lunedì 3 agosto 2009

Travaglio Marco; Gomez Peter, Onorevoli wanted


Travaglio Marco; Gomez Peter, Onorevoli wanted

Anno 2006

pp. 736

Euro 18,00 - Prezzo scontato euro 9,00

A furia di parlare di "quote rosa" si rischia di trascurare una rappresentanza parlamentare ben più rappresentativa, o ben più rappresentata: quella degli eletti nei guai con la giustizia. Le "quote marron". Il nuovo Parlamento (italiano ed europeo) conta già 25 condannati definitivi, 8 condannati in primo grado, 17 imputati, 19 indagati, 10 prescritti, più un pugno di miracolati dall'immunità, da leggi vergogna e da giudici distratti. Il totale è di 82, di cui 65 di centrodestra e 17 di centrosinistra. Il primo contribuente alle quote marron è Forza Italia, con 29 eletti; seguono An con 14, Udc con 10, Lega Nord con 8, e in fondo Dc, Psi e Movimento per l'autonomia con 1 per ciascuno. Nell'Unione svettano Ds e Margherita (6 più 6), seguiti a distanza da Udeur e Rifondazione (2 più 2) e Rosa nel pugno (1). Vince la classifica dei delitti preferiti dai parlamentari la corruzione (18 casi), tallonata da finanziamento illecito (16), truffa (10), abuso d'ufficio e falso (9), associazione mafiosa (8), bancarotta fraudolenta e turbativa d'asta (7), associazione per delinquere, falso in bilancio e resistenza a pubblico ufficiale (6), attentato alla Costituzione e all'unità dello Stato e costituzione di struttura paramilitare fuorilegge (5), concussione, favoreggiamento e frode fiscale (4), diffamazione, abuso edilizio e lesioni (3), e via di seguito fino a banda armata, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, favoreggiamento mafioso... Firma la prefazione Beppe Grillo.

RECENSIONE SU L'INDICE

Fra Palazzo Madama, Montecitorio e l'europarlamento, i politici italiani inquisiti risultano oggi una novantina. A primeggiare sono Forza Italia (ventinove), An (quattordici), Udc (dieci), Lega Nord (otto), Ds (sei), Margherita (sei). I reati contestati (o constatati) non sono dei più lievi: associazione mafiosa, corruzione, lesioni personali. Questo lavoro di Gomez e Travaglio, il cui titolo richiama una nota iniziativa di Beppe Grillo, che riuscì a pubblicare sullo "Herald Tribune" i nomi dei politici italiani nei guai con la giustizia, si muove fra l'inesistente assoluzione di Andreotti dal reato di associazione mafiosa e il caso di Dell'Utri, "un uomo chiamato cavillo", geniale nel procurarsi sconti di pena, per non dire di Cesare Previti, il primo deputato agli arresti domiciliari: un bestiario di quell'Italietta che non ha imparato nulla da Tangentopoli. Dovrebbe quindi meravigliare che Travaglio e Gomez siano, spesso, resi oggetto di critica. Li si accusa di sfruttare l'"industria" dell'antiberlusconismo, ma prima di stigmatizzare gli effetti andrebbero analizzate le cause, con un occhio alla questione della persistente impunità di alcuni; di eticizzare la politica, che Machiavelli scinde dalla morale, sennonché l'autore del Principe non autorizza certo i politici a compiere qualunque frode per il proprio tornaconto (solo le azioni legate a un fine politico sono per lui immuni dal comune giudizio etico); infine, di concentrarsi eccessivamente sugli scheletri nell'armadio, pur sapendo quali danni abbia già procurato agli italiani la memoria corta. La realtà sembra ben più semplice. Nei loro libri ironici e rigorosi troviamo dell'ottima informazione: e questo può solo essere un bene, in ogni paese civile, o aspirante tale.
Daniele Rocca

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